In un paese a bassa natalità, l’immigrazione è un contributo demografico immediato, mentre altre politiche agiscono lentamente. È una delle risposte più concrete alle sfide dell’invecchiamento e del declino della popolazione — e non ha nulla a che vedere con l’idea fuorviante della “sostituzione etnica”.
I processi d’integrazione vanno progettati e gestiti con intelligenza. Se ben governata, l’immigrazione genera creatività, valore, crescita. È ben diversa dall’emigrazione forzata dei nostri giovani, che segnala una fragilità profonda del territorio.
Agricoltori, imprenditori, ristoratori lo dicono chiaramente: senza immigrazione, il nostro sistema è destinato a rallentare. Non servono manovre da centinaia di milioni se poi mancano lavoratori, competenze, nuove nascite e politiche lungimiranti.
La destra continua a dipingere gli immigrati come un problema. Ma sono già parte della soluzione.
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