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Referendum che fare? 5 SI

Sono cinque i sì che il Movimento Casa Autonomia.eu suggerisce per richiamare tutti alla responsabilità di votare. Perché fin troppo in sordina è arrivato il momento di prepararsi al prossimo fine settimana referendario. 

Cosa scegliere, come votare, ma soprattutto se votare, sono infatti quesiti che il corpo elettorale si pone sempre più all’ultimo momento. L’astensionismo la fa da padrone, la scarsa propensione ad informarsi si mescola alla pigrizia. Quando poi, come in questo caso, la materia è piuttosto tecnica e di difficile comprensione, trincerarsi dietro un “non mi interessa” diventa la più facile delle soluzioni. 

Complice anche una parte politica che come è naturale adotta le questioni proponendo il favore o lo sfavore tenendo conto delle propensioni del proprio corpo elettorale. 

Non si fa certo fatica a pensare perciò cosa proponga la Destra quando a dare la maggior spinta all’indizione di questa tornata elettorale sono i sindacati e le parti sociali vicine ai lavoratori.

E fin qui non ci sarebbe nulla di scandaloso non fosse che per semplificare ulteriormente i messaggi da dare e andare più al cuore dei qualunquisti, c’è una parte politica – che siede pure al governo – che consiglia di boicottare il voto anziché spiegare le ragioni di una scelta piuttosto che di un’altra.

Eppure oggi sarebbe molto facile informarsi. E’ sufficiente aprire il web anche dal più semplice degli apparecchi che abbiamo in mano ogni giorno, digitare “referendum 8-9 giugno” e leggere la miriade di considerazioni accessibili a tutti che spiegano a seconda della parte politica le ragioni di un voto alternativo all’astensionismo. (A proposito invitiamo tutti a farlo!)

Casa Autonomia.eu si è da sempre dichiarata un Movimento politico progressista e solidale, attento alla tutela delle parti sociali più deboli. In questo senso non può sottrarsi all’appello lanciato dai promotori del referendum. Le modifiche normative che potrebbero venir introdotte in caso di vittoria dei primi quattro sì e il raggiungimento del quorum, tutelerebbero maggiormente le fragilità degli attuali contratti di lavoro che le attuali norme producono. Il dimezzamento poi del tempo necessario per ottenere la cittadinanza proposta dall’ultimo quesito è assolutamente in linea non solo con principi di giustizia sociale ma con la necessità di combattere l’invecchiamento di una società, anche locale, che ha assolutamente bisogno di nuova linfa demografica indipendentemente da dove questa provenga.