Certo non sono un esperto della normativa che regola i rapporti istituzionali e amministrativi tra la PAT e il governo centrale, e non mi sognerei mai di indicare una via da seguire, ma da cittadino attento alle vicende politiche un certo timore e una sensazione d’insicurezza pervasiva ricorre spesso nei miei pensieri. Più di una volta mi sono espresso per denunciare una deriva incontrollata della guida Trentina; il servizio sanitario sta peggiorando di giorno in giorno, si ricorre sempre in maniera intensiva alle prestazioni di gettonisti, professionisti utilizzati per garantire il servizio sanitario, ma a quale costo?
Bene, come denunciato da un servizio del tg3 regionale l’attuale spesa sanitaria è aumentata di 180 milioni a cui vanno aggiunti i costi di disagio di professionisti e utenti; chi di noi ha cambiato posto di lavoro mantenendo la stessa mansione si è trovato inevitabilmente nel primo periodo a diminuire le proprie prestazioni. Comprendere la nuova organizzazione lavorativa, avere padronanza dell’ambiente lavorativo inizialmente assorbono gran parte delle energie, e se per il privato imprenditore rappresentano un investimento per l’utente della sanità rappresentano un rischio.
Il governo Trentino espresso dalla giunta Fugatti ha inanellato una serie incredibile di norme provinciali impugnate dal governo nazionale o rigettate dai tribunali civili, ricordiamo la vicende sulle chiusure dei negozi, bonus bebè, normativa sui contributi fotovoltaici, nomine o allontanamento di dirigenti provinciali non in linea con requisiti o inequivocabilmente reintegrati per volontà dei giudici e l’ultima questione, ma non per importanza, l’impugnazione della norma sulla convenzione idroelettrica.
Credo che tutto questo evidenzi un dilettantismo istituzionale che poco si coniuga con la norma sull’Autonomia differenziata, i personalismi politici devo essere assolutamente abbandonati, non è possibile pensare di fare il bene dei Trentini isolandosi nelle convinzioni ideologiche di partito. Va riallacciato il rapporto con Il Presidente Arno Kompatscher, la Regione Trentino Alto Adige deve proporsi nei confronti di Roma in maniera coesa, con un’unità d’intenti. Il nostro Presidente dovrebbe ricordarsi che prima di tutto è un governatore e non un esponente politico in continua campagna elettorale; ma capisco che rimostrare le necessità territoriali in un partito verticistico in cui l’unico valore riconosciuto è l’assoluta fedeltà, risulta molto difficile!!
La partita dell’Autonomia differenziata dovrà superare l’antagonismo partitico, il tema è talmente delicato che non può essere campo di sfida tra correnti diverse di pensiero. Mi sentirei più tutelato da un comitato regionale composto dai vari politici che sono stati e sono al vertice della politica Trentina e Altoatesina, capaci di accantonare le divergenze politiche e esprimere compattezza di idee, programmazione e una visione comune.
Abbiamo bisogno di dimostrare e chiarire ad ogni incontro politico qual è stata la nostra storia Autonomista, di chiarire che l’autogoverno è il metodo per concretizzare i valori di distensione, accettazione delle culture e delle diversità linguistiche che hanno reso il nostro Territorio unico.
MI chiedo se sarà possibile vedere Lorenzo Dellai, Ugo Rossi e il Presidente Fugatti incontrarsi con Arno Komptascher e Philipp Achammer e predisporre un comitato tecnico capace di assicuraci la migliore opzione nella trattativa stato Regioni e Provincie Autonome. Per i Trentini questo impegno farebbe onore al pensiero di De Gasperi che diceva “Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione”.
Doriano Valer