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Mori, si torni a parlare della Guardia Medica. Servono riorganizzazione e potenziamento

Era lo scorso 2 giugno 2022, quando il Consigliere Comunale Cristiano Moiola insieme ai Consiglieri Provinciali Michele Dallapiccola e Paola Demagri, stimolati dalle moltissime segnalazioni di cittadini, operatori e medici del settore, si presentavano presso la sede della Guardia Medica di Via Giovanni XXIII a Mori per prendere atto delle difficoltà di tale servizio e di come tale servizio potesse essere, addirittura a rischio chiusura. La campagna elettorale leghista prometteva al tempo di contrastare la carenza dei medici, riorganizzando complessivamente il servizio di continuità assistenziale e pensando di sopprimere definitivamente la Guardia medica a Mori. Problematica già sollevata in diverse occasioni in passato anche dai Sindacati dei lavoratori, in particolar modo dal Segretario della Cisl medici Nicola Paoli. Una problematica quella della carenza di medici che ha visto riorganizzare il servizio di Mori impoverendolo, con una soluzione di corto respiro e senza alcuna pianificazione sul lungo periodo di una strategia strutturale, sopprimendolo dal lunedì al venerdì durante il periodo notturno e garantendo solo l’attività ambulatoriale durante i weekend.

Una questione importante che Moiola aveva portato qualche settimana dopo in Consiglio Comunale attraverso una mozione ad hoc, la quale chiedeva che tale servizio rimanesse regolarmente aperto e che veniva accolta con voto favorevole dalla maggior parte dei Consiglieri.

Per l’importanza di tale servizio di guardia medica, il quale oggi risponde alle chiamate di ben tre Comuni: Mori, Brentonico e Ronzo Chienis, alle due Apsp presenti in tali territori e all’Hospice, un bacino superiore alle 15 mila persone, è senz’altro importante su tale questione continuare a discuterne pubblicamente e in maniera trasparente e capire quale sarà il suo prossimo futuro.

Tali ragioni, oggi, hanno spinto Moiola a ritornare sull’argomento. Sembrerebbe che tale servizio non sia più a rischio chiusura ma è anche vero che dall’ultima discussione in Consiglio Comunale nessuno ne ha più parlato, forse volutamente. Un piano di riorganizzazione e potenziamento della guardia medica di Mori non è mai stato pensato e tutto è rimasto fermo alla scorsa estate. Ciò si palesa in maniera evidente recandosi presso gli ambulatori di Via Giovanni XXIII dove gli scorsi mesi il Consigliere Moiola ha voluto recarsi e confrontarsi con i pazienti, gli operatori e i medici presenti che sono preoccupati per il poco interesse dimostrato dalle varie amministrazioni, locali e provinciale.

Sono decenni che tali ambienti avrebbero bisogno di una riqualificazione importante dal punto di vista strutturale. Una struttura ormai datata che dovrebbe essere completamente ripensata. Non vi è mai stato alcun investimento importante al suo interno da parte delle amministrazioni pubbliche, un segnale in negativo che dimostra il poco interesse sulla questione, un atteggiamento quest’ultimo che ricade inevitabilmente su quei lavoratori che si spendono ogni giorno al suo interno e non si sentono valorizzati, ma anzi a volte sono addirittura messi in difficoltà, così come i cittadini che vi si recano. Per portare un esempio, pensiamo solo come durante la pandemia Covid decine di persone anziane venissero lasciate attendere in piedi nella piccola sala d’attesa ammassate al suo interno e molte altre sulla strada al di fuori al freddo. Lo stesso medico, durante il servizio notturno, si trova oggi a lavorare da solo e, trovandosi in ambulatori situati all’interno di un condominio in una zona periferica di Mori, lontani da altre strutture sanitarie, spesso deve affrontare anche quel genere di situazioni spiacevoli e pericolose che possono accadere nel pieno della notte in un luogo non sorvegliato.

È così che Moiola vuole lanciare un appello alle tre municipalità e ai tre sindaci affinchè colgano tutti insieme l’occasione di ritornare a parlare del servizio di continuità assistenziale e di pensare a come migliorarlo e potenziarlo, in un periodo in cui l’Amministrazione Provinciale da tempo sembra averlo dimenticato. Ecco perché il Consigliere Comunale Moiola insieme ai Consiglieri Provinciali Demagri e Dallapiccola ha elaborato una proposta importante che si basa sul garantire tale servizio all’interno di una struttura diversa, quella sanitaria dell’Apsp Cesare Benedetti, dove sono presenti già decine di pazienti che si rivolgono a esso costantemente e quotidianamente. Ciò garantirebbe ai medici e agli operatori di lavorare in maggiore sicurezza e comodità e nello stesso tempo si offrirebbe ai cittadini un servizio di maggiore qualità all’interno di una struttura che non ha una funzione residenziale, come oggi ha il condominio ITEA di Via Giovanni XXIII, ma appunto sanitaria, la quale per natura è ligia a garantire e rispettare tutti i protocolli richiesti dall’APSS e dalla nostra Provincia.